Museo del Vetro (MuVe)

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Il museo civico del Vetro (MuVe) a Empoli, è stato inaugurato nel 2010 negli spazi restaurati dell’antico Magazzino del Sale. L’edificio risale alla seconda metà del Trecento, quando Empoli giocava un ruolo chiave nella distribuzione del sale in tutti i territori della Toscana medicea attraverso la Via Salaiola. Il sale estratto da Volterra arrivava a Empoli attraverso l’Arno; entrava dunque in città attraverso la Porta dei Cappuccini e veniva depositato nel Magazzino del Sale al centro di quella che è oggi via Ridolfi. La sua funzione rimase invariata fino al XIX secolo, quando l’edificio venne esteso dapprima a deposito di sale e tabacchi del monopolio di stato, e poi, successivamente dismesso, destinato ad altri usi nei primi anni del nuovo secolo. L’immobile rimase sotto l’amministrazione comunale fino a quando, nel 2006, venne scelto per ospitare il nuovo progetto museale.

Il MuVe è il prodotto del sincretismo della comunità empolese, mossa dalla volontà di salvare dall’oblio una parte fondamentale della sua storia e identità. La collezione oggi ospitata all’interno del museo, infatti, è il risultato di donazioni, collaborazioni, condivisioni che, in un processo quasi spontaneo, hanno portato alla valorizzazione del patrimonio locale. Il primo nucleo della collezione ospitata oggi permanentemente nel museo venne costituito nel 1996 con la creazione del Centro Documentazione del Vetro, grazie all’iniziativa dell’empolese Stefania Terreni e alla collaborazione delle storiche dell’arte e studiose del vetro Silvia Ciappi e Stefania Viti. Il Centro nacque grazie alla donazione di Fortunato Morelli che comprendeva i materiali provenienti dal campionario di una delle più note fabbriche empolesi, la “Vitrum”. Il gesto di Morelli ispirò presto quello di altri appassionati: fu il caso di Giovanni e Rosetta Gambacciani, che donarono il risultato dei loro acquisti dopo la chiusura delle vetrerie, dagli strumenti di lavoro, alle foto, fino al documenti amministrative; oppure quello di Enzo Nucci, che nel 1981 salvò l’intero campionario della
vetreria “Salvia”, una volta fallita, o ancora di Danilo Bruscoli, che benché estraneo all’ambiente vetrario, iniziò a raccogliere damigiane marchiate Taddei, Del Vivo e Rigatti. I beni raccolti vennero inizialmente conservati negli ambienti dell’ex macelli e saltuariamente esposti in mostre. Fu così che iniziò a diventare sempre più forte l’auspicio di una musealizzazione permanente. Nel 1997 venne allestita un’esposizione temporanea negli spazi offerti dal Convento degli Agostiniani in cui i pezzi del nucleo originario vennero accompagnati a un numero sempre maggiore di oggetti provenienti da collezioni private, tra cui figurava anche un banco del vetraio e attrezzi da lavoro. A partire dagli anni 2000, la necessità di creare un museo entra nel dibattito pubblico fino a quando nel 2002 arriva la proposta ufficiale di un Museo del Vetro da parte di David Palterer, dando voce a un sentimento sempre più diffuso. Nel 2006, quando ormai la collezione era divenuta ingente, la Giunta comunale approvò il progetto di ristrutturazione del Magazzino del Sale come futuro luogo per far sorgere il museo e, finalmente, l’impegno decennale di collezionisti e semplici cittadini appassionati trovò conclusione nell’inaugurazione del MuVe il 1^ luglio 2010.

La collezione ospitata presso il MuVe è piuttosto ampia; comprende una grande varietà di oggetti tra prodotti dell’industria vetraria, documenti rinvenuti all’interno delle fabbriche, utensili e macchinari per la lavorazione del vetro. I primi prodotti delle vetrerie empolesi per tutto il XIX fino alla prima metà del Novecento furono gli oggetti di bufferia destinati all’uso domestico, alla tavola e alla commercializzazione del vino e dell’olio, tipici prodotti toscani.
Numerosi, nella collezione, sono i fiaschi, simbolo delle vetrerie empolesi, e le damigiane, accompagnati da un intero apparato di strumenti enologici correlati al loro uso, come colmatori, canne per infiascare, bollitori da botte, imbuti e tiraolio. Con lo stesso vetro da fiaschi si realizzavano anche oggetti per la tavola: ampolle da olio e aceto, comunemente
definite “ampolline”, albanelle e vasi di varie forme e dimensioni, come il gozzino, destinato anche all’uso chimico-farmaceutico, la borraccia e l’ampolla da ghiaccio. Merito dell’inventiva dei maestri vetrai delle fabbriche empolesi più attive, la “Taddei” e l’“Etrusca”, a partire dagli anni ‘30 del Novecento fu avviata anche la produzione di vetri artistici: nella collezione sono infatti presenti due sezioni, una dedicata al vetro verde di Empoli, l’altra al vetro colorato, variamente decorato, inciso o smaltato, e al cristallo, con cui vennero realizzati suppellettili per la tavola e oggetti d’arredo capaci di fondere funzionalità ed estetica. Presentandosi il MuVe come un museo del lavoro che vuole raccontare il mondo dell’industria vetraria a tutto tondo, la collezione consta anche della presenza di numerosi
strumenti di lavoro: pinze, molle, forme aperte e chiuse per motivi decorativi, palette, compassi per modellare raccontano il duro ed esperto lavoro dei vetrai.

Inaugurato il 1 luglio 2010, il Museo del Vetro di Empoli è il più ‘giovane’ dei musei empolesi. La sua storia però affonda le sue radici molto più indietro nel tempo e la sua apertura ha rappresentato solo l’ultimo passo di un percorso articolato che ha coinvolto l’intera città. La collezione comprende oggetti in vetro verde, come damigiane, fiaschi, oggetti da tavola che rappresentano la tipica produzione empolese. A questi si uniscono oggetti artistici in vetro colorato e in vetro bianco.

Museo del Vetro
Via Ridolfi,
50053 Empoli (Fi)
Telefono: +39 0571 757067
Email: empolimusei@comune.empoli.if.it
Orari: dal martedì alla domenica 10:00 – 19:00

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